La prima donna premier italiana
di Francesca Dionisi
Finalmente in Italia il vetro di cristallo è stato infranto! Sembrerebbe infatti, a seguito dell’esito del voto politico del 25 settembre us, che il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conferisca a Giorgia Meloni, l’incarico di primo ministro.
La volontà di legittimare la presenza femminile nel mondo politico si era già – timidamente – percepita lo scorso gennaio quando alcune figure di donne di rilievo erano state indicate per la successione, non riuscita, alla presidenza della Repubblica.
Si tratta di una novità assoluta per il nostro Paese dove le donne hanno guidato sporadicamente qualche Ministero e talvolta sono state nominate sottosegretario, ad eccezione di una breve parentesi (2014/2016) in cui il “Governo Renzi” aveva 8 ministeri su 16 affidati alle donne.
Non è un mistero che ci siano volute 18 legislature per eleggere Maria Elisabetta Alberti Casellati sullo scranno più alto del Senato mentre Nilde Iotti, Irene Pivetti e Laura Boldrini sono state le uniche Presidentesse della Camera dei Deputati ed abbiamo aspettato ben trent’anni dalla nascita della Repubblica, per vedere affidato ad una donna, Tina Anselmi, il ministero del lavoro.
E’ capitato di assistere, a chi scrive, ad un dibattito politico in TV in cui si discuteva proprio del ruolo delle donne nella politica italiana, nel corso del quale una giornalista ha definito tale ruolo come quello delle “ancelle”.
Seppur il commento possa essere sembrato provocatorio è una chiara fotografia di quello che è successo nel corso di ottant’anni della storia della Repubblica; sempre un passo indietro a uomini, magari con personalità forti e prevaricanti, le nostre politiche hanno sempre dovuto “faticare” il doppio per avere un riconoscimento, subendo peraltro, in alcuni casi, campagne denigratorie.
Ora nel caso in cui Giorgia Meloni, riuscisse a formare l’esecutivo sarà la prima donna a suonare la campanella e mi auguro che, sia la prima delle tante campanelle che verranno consegnate ad una donna, così da superare la tradizione della leadership maschile per arrivare al “modello norvergese”, dove l’ex premier Gro Harlem Brundtland una volta disse: “i bimbi chiedono alle mamme se anche un uomo può fare il premier!”, ma non basta, va posta l’attenzione anche alla squadra di Governo, perché il nostro Paese, che, adottando la politica dei piccoli passi, un passo avanti, assolutamente incoraggiante, lo ha fatto con Mario Draghi che, a febbraio 2021, ha formato un esecutivo che tra Ministri e Sottosegretari contava il 41,2 % di donne, non può permettersi di tornare indietro come il gambero e quale migliore opportunità se non quella che una premier donna affidi anche alle donne incarichi di elevata responsabilità?