Stereotipi e strumenti
Pensare alla rappresentazione della donna nell’ambito della comunicazione mediatica, ci pone davanti scenari molto vari e che dipendono dagli strumenti e dagli obiettivi dei messaggi stessi.
La comunicazione pubblicitaria per decenni ha dato al corpo della donna un ruolo di punta per qualsiasi tipologia di prodotto e allo stesso tempo, invece, la rappresentazione mediatica del ruolo sociale della donna è stato inglobato in uno schema talmente conformista, che solo negli ultimi anni, complici le spinte verso un’ibridizzazione di ruoli e schemi fisici, abbiamo assistito ad una attenuazione di questa tendenza. Non è difficile oggi, trovare uomini a pubblicizzare sui social prodotti cosmetici. Sui social network, appunto. Non sui media generalisti.
La comunicazione, intesa come il totale dei messaggi che ogni giorno popolano le nostre vite, non può essere separata dai mezzi con cui tali messaggi arrivano a noi, e una riflessione sulla figura femminile nella comunicazione non può prescindere dalla valutazione degli stessi canali.
I media generalisti, in particolare tv e riviste settimanali/mensili, insistono ancora spesso su una rappresentazione dualistica per cui il corpo femminile è un facile richiamo attrattivo, e allo stesso tempo rassicura e conforta. Pensiamo solo per fare un esempio alla donna brava lavandaia, ottima cuoca e madre amorevole che risulta a tutti di immediato impatto e riconoscibilità.
Sui social la situazione cambia: Instagram e Tiktok sono riusciti a virare verso un approccio di tipo diverso, con una rappresentazione della figura femminile, a partire dal corpo, fino alle preferenze, alle tendenze e alle abitudini, completamente diversa, quasi sfrontata nel proprio realismo.
Non è solo opera di un certo tipo di “influencer”, ma potrebbe rappresentare un cambiamento in atto, lento ma irreversibile. Cosa ce lo fa pensare? Riflettiamo sui target.
A chi sono rivolte queste due tipologie di comunicazione?
A fare la differenza è sempre lo strumento con cui il messaggio viene veicolato e, oggi più che mai, allo strumento corrisponde un target differente, destinatari che si muovono nei flussi comunicativi e manifestano preferenze, scelgono e si informano. Proprio sulla scelta si concentra la tipologia di comunicazione e proprio su questo avremo tante rappresentazioni femminili, nessuna delle quali si discosterà mai troppo dalla realtà.
Come viene rappresentata la donna del mondo del gioco?
Probabilmente il quadro è meno vario di quello appena tracciato per la comunicazione generalista e certamente una tendenza sessista saremo costretti a rilevarla nel caso in cui, solo per fare qualche esempio, alcuni giochi rappresentano personaggi femminili in movenze o abbigliamento particolarmente sensuali.
Un trend mai tramontato e confermato anche solo passeggiando tra gli stand delle fiere di settore. Il rovescio della medaglia c’è, ed è rappresentato dalla folta presenza, nell’ambito delle aziende attive nel settore, di donne anche a livelli manageriali. La rappresentanza femminile nel settore supera il 50% ed è indice di un approccio che, probabilmente, riconosce nella presenza delle donne capacità professionali e soft skills che segnano la differenza.
Non è un discorso di pura “parità di genere”, ma il riconoscimento di valore nella diversità e di intraprendere un cammino insieme, nel confronto costruttivo all’insegna della crescita.